Progetti

Progetto Shadowplexy: dal naming al design dei prodotti

Di recente ho aiutato una piccola realtà a creare e promuovere il suo brand di espositori in plexiglass, partendo dal Naming, creando poi il logo e contribuendo alla progettazione dei prodotti.

Il nome Shadowplexy è nato facilmente. La prima regola del naming per un graphic designer appassionato di Rock’n’Roll è: “cerca tra le canzoni e troverai il nome che mette d’accordo anche tutte le altre regole del naming”.
Così ho pensato: chi produce oggetti in plexiglass tagliati a laser autonomamente e non in serie, attualmente è un artigiano digitale, definito anche Maker, categoria che ha contribuito a creare una nuova rivoluzione industriale. Ma la prima rivoluzione industriale nacque in Inghilterra e una delle città protagoniste fu Manchester, che, molto più tardi, divenne anche una città fondamentale per lo sviluppo della musica Rock in tanti suoi sotto-generi.

Quale band di Manchester poteva fornire ispirazione per il nome di questo progetto? Non gli Oasis, non gli Smiths, ma qualcuno di più datato, più vintage, più influente, più ruvido, più oscuro, più in bianco e nero; qualcuno che ha legato fortemente la sua musica e la sua immagine al concetto di fabbrica, allo stile industriale (Factory Records, Hacienda) e anche al graphic design: i Joy Division. Una delle loro canzoni più belle, Shadowplay, è stata l’ispirazione per Shadowplexy, anche perché la parola rimanda ad un gioco di luci e ombre che è tipico del plexiglass. Nel progettare il logo ho voluto rappresentare questo gioco di luce, il riflesso del plexiglass, la trasparenza, la leggerezza, l’eleganza di questo materiale.

Maison Montanari

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